Ep. 9
La fase orientalizzante

Verso la fine dell’VIII secolo a.C. e nel corso del secolo successivo, un fenomeno che interessa tutto il Mediterraneo, investe anche il mondo etrusco in formazione. Sulla spinta dell’aggressivo commercio fenicio, la diffusione di prodotti, motivi decorativi, ideologie e miti provenienti dal vicino oriente, cambia l’assetto sociale e culturale, enfatizzando il ruolo del ceto dirigente aristocratico, che, tramite il controllo del commercio e dei beni di lusso, guida l’evoluzione della società.

Questa fase, denominata “orientalizzante” appunto per la provenienza orientale di molte innovazioni in diversi campi della cultura dell’epoca, fu molto legata al commercio greco tra Etruria e oriente: in questo periodo l’attività greca nel bacino occidentale del Mediterraneo divenne sempre più importante per la formazione della civiltà etrusca. Anche l’ambito militare viene trasformato, con l’adozione dell’armamento di tipo oplitico greco. Le comunità etrusche a nord degli Appennini parteciparono pienamente al rinnovamento, ma conservarono più a lungo alcuni aspetti culturali della fase precedente. Il loro ruolo nei rapporti tra il mondo transalpino e la penisola italiana fu determinante. È di questo periodo anche l’inizio del processo di nascita delle prime città etrusche, tra di esse anche Vèlzna, Felsina per i latini, l’attuale Bologna. In breve tempo, comunque, anche nella valle del Po si manifestarono chiaramente le caratteristiche della ormai matura civiltà etrusca: si formò la dodecapoli padana.

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