Valsamoggia

Museo Civico Archeologico “A. Crespellani”

Ospitato negli ambienti della Rocca, nasce negli settimo decennio dell’Ottocento con la denominazione iniziale di Museo degli Scavi Sociali e la finalità di raccogliere il materiale che, recuperato dalla locale Società per gli scavi archeologici voluta dal modenese Arsenio Crespellani, forma tuttora il principale nucleo museale. Due sono le sezioni che lo compongono: l’archeologica conserva reperti e materiali provenienti dagli insediamenti antichi del territorio bazzanese tra Samoggia e Panaro, mentre quella di storia moderna rivisita attraverso documenti e testimonianze di ambito locale il periodo storico postunitario.

La raccolta archeologica è suddivisa in tre nuclei: quello pre-protostorico presenta le evidenze collocabili tra il Paleolitico inferiore e la seconda età del Ferro. Fra queste si distinguono il complesso neolitico di Bellaria di Bazzano, i reperti del villaggio eneo sulla sommità della rocca, i corredi delle necropoli villanoviana di Fornace Minelli, ai quali si sono recentemente aggiunti – in una nuova sala – i materiali villanoviani dalla necropoli di Casalecchio di Reno, via Isonzo. Al periodo romano, con un successivo riutilizzo tra la metà del VI e quella del VII secolo d.C., risalgono i due pozzi “Sgolfo” e “Casini”, indagati nel corso di scavi ottocenteschi che restituirono un ricco complesso di oggetti databili fra il I sec. e l’incipiente periodo medievale: anfore, brocche, bottiglie, boccali, utensili in ferro, scalpelli, asce, chiavi, pesi di piombo e una pregevolissima serie di vasi in bronzo. Ancora ad epoca romana risale la testa marmorea di divinità femminile recuperata nel greto del Samoggia.
La sezione di storia moderna, inizialmente costituitasi per conservare una piccola raccolta di armi e divise del XIX secolo, è stata integrata nel 1983 da testimonianze sull’economia, la società e la realtà politica locale postunitaria, esposte nella parte della raccolta intitolata “In nome del re. Bazzano al tempo della statistica del Regno d’Italia: 1860-1870”.

GUARDA I REPERTI